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Photo Stitching con
il Banco Ottico Digitale

Sequenza decentramento indiritto  

Attualmente, considerando la difficile reperibilità di pellicola fotografica piana, la realizzazione di immagini in Grande Formato sarà realizzabile più facilmente attraverso la fotografia digitale, eseguendo una serie di scatti. In particolare, nell'ambito delle attrezzature professionali, si potrà ricorrere all'uso del dorso digitale.

Gli scatti necessari potranno essere ottenuti attraverso il decentramento del dorso digitale all'interno del cerchio di copertura dell'ottica, oppure con la tecnica dello Stitching. Quest'ultima tecnica ci consente di superare i limiti imposti delle misure dei sensori di medio formato oltreché svincolarci dalla misura del cerchio di copertura dell'ottica.

In fotografia, il Photo Stitching è una tecnica attraverso la quale una serie di scatti contigui e sovrapposti, realizzati ruotando ed inclinando la fotocamera durante la fase di ripresa, vengono "cuciti" insieme in post-produzione. Questa tecnica consente di ottenere fotogrammi molto ampi in base al numero di scatti eseguiti e non alla misura del sensore utilizzato.

Con questa tecnica sono state realizzate foto di grandissima dimensione, come ad esempio la foto record da 365 gigapixel realizzata da Filippo Blengini nel 2015, che ritrae la catena del Monte Bianco; una spettacolare foto che misura, se stampata a 300dpi, 100X30 metri, o ancora, l’immagine digitale attualmente più grande al mondo ossia la riproduzione de “La ronda di notte” di Rembrandt, una composizione eseguita in studio, di 8.439 immagini da 100 Mpixel cad, per un totale di ben 717 gigapixel.

Di solito, la pratica dello Stitching è adottata con le comuni fotocamere reflex o mirrorless. Tuttavia, nulla ci vieta di utilizzare un Banco Ottico Digitale. Utilizzando questo dispositivo, oltre a ottenere immagini di alta qualità, è possibile sfruttare i movimenti di decentramento e basculaggio per ottenere fotogrammi completamente privi di distorsioni prospettiche, come ad esempio quelle delle linee convergenti.

È doveroso sottolineare fin da subito, che, se la tecnica dello Stitching può essere abbastanza complessa e laboriosa con le fotocamere reflex, con il Banco Ottico diventa una vera "avventura" in cui è necessario padroneggiare le attrezzature e le tecniche con grande precisione. In effetti, sarà opportuno acquisire molta pratica e avere una notevole dose di pazienza per ottenere risultati soddisfacenti, soprattutto se eseguita in ambienti di montagna.

Ma come organizzare il lavoro sul campo e soprattutto quale ottica scegliere?

La scelta dell'ottica è molto importante e ci condurrà a risultati completamente differenti. Stabilito il punto di ripresa e l'inquadratura della foto, dobbiamo scegliere la lunghezza focale da utilizzare: questo tipo di scelta è determinante per il rapporto prospettico tra gli elementi e la dimensione del file che otterremo. Normalmente, l'utilizzo di un grandangolare unitamente al decentramento del dorso digitale ci permetterà di coprire tutta l'area inquadrata con un numero di scatti contenuto, a svantaggio, però, della grandezza del file finale, il quale sarà relativamente piccolo.

Se, contrariamente, utilizziamo una focale più stretta, come un medio tele, saremo "costretti" a fare molti scatti in più per coprire la stessa inquadratura; allo stesso tempo, questa procedura ci garantirà un file finale decisamente più grande. Lavorando con questa tecnica, potremo ottenere la foto con quanti più scatti possibile, come se si trattasse dei tasselli di un puzzle, i quali, poi, uniti tutti insieme, daranno vita alla nostra immagine complessiva.

Da tutto questo si intuisce come è basilare per il fotografo trovare il giusto punto di ripresa, in funzione, non solo della scena e della prospettiva dei vari elementi che la compongono, ma anche della lunghezza focale da utilizzare, che è diretta responsabile della grandezza del file che otterremo.

Ora entriamo nel vivo dello Stitching con il Banco Ottico.

Le molteplici possibilità di controllo che offre il Banco Ottico Digitale attraverso i suoi movimenti, unitamente alla tecnica dello Stitching, ci consentono di operare principalmente in due modalità.

Prima modalità - Rotazione intorno all’asse nodale e decentramento verticale del dorso digitale

 

Questa prima modalità, illustrata nelle figure sottostanti, prevede di effettuare tre serie di scatti ruotando la fotocamera intorno all'asse nodale. La prima serie deve essere eseguita senza effettuare spostamenti verticali del dorso digitale. Successivamente, si esegue una seconda serie applicando un decentramento verticale di +15 mm al dorso, ed infine, un'ultima serie con un decentramento verticale di -15 mm sempre del digital back.

Sequenza decentramento indiritto

Questo primo metodo sfrutta il cerchio di copertura dell'ottica, se sufficientemente ampio, permettendoci di mantenere la fotocamera perfettamente livellata senza la necessità di inclinarla. Questo approccio garantisce che tutti gli scatti, inclusi quelli superiori e inferiori dell'inquadratura complessiva, siano privi di distorsioni prospettiche come le linee convergenti.

Tuttavia, ci sono due limitazioni principali. In primo luogo, è necessario utilizzare un'ottica con un ampio cerchio di copertura che permetta di poter eseguire i decentramenti verticali di circa ±15 mm sul dorso digitale. In secondo luogo, la dimensione del fotogramma finale non può superare la misura del lato lungo del sensore, aumentata del decentramento complessivo effettuato. Ad esempio, se il sensore misura 54x40 mm, usandolo in verticale e applicando un decentramento di ±15 mm, il fotogramma finale avrà un'altezza massima di 84 mm, ossia 54+15+15. Per quanto riguarda la lunghezza del frame, questa dipenderà dal numero di scatti eseguiti durante la rotazione della fotocamera.

È fondamentale notare che la rotazione della fotocamera deve avvenire intorno all'asse nodale, che coincide con il piano dell'otturatore (Copal) nelle ottiche a schema simmetrico. Questo evita distorsioni dovute alla rotazione degli elementi in primo piano e consente di unire agevolmente i fotogrammi durante la post-produzione.

Seconda modalità - Rotazione della fotocamera combinata con il decentramento indiretto

 

Questa seconda modalità, illustrata nelle figure sottostanti, prevede sempre una sequenza di tre riprese, ma con la particolarità che per gli scatti delle zone superiori e inferiori, non si sfrutterà il cerchio di copertura dell'ottica come nella procedura precedente, ma utilizzeremo il decentramento indiretto, in modo da svincolarci dal cerchio di copertura dell'ottica e allo stesso tempo evitare distorsioni derivanti dall'inclinazione della fotocamera.

Sequenza decentramento indiritto

Tale procedura è particolarmente consigliata quando si desidera ottenere fotogrammi di enormi dimensioni, nell'ordine dei Gigapixel, ed è raccomandabile eseguirla con una focale lunga che abbia un angolo di copertura abbastanza stretto. Personalmente, per questa tecnica, utilizzo uno Schneider Apo Digitar T 180mm con un angolo di soli 37 gradi. Questo mi permette di catturare l'intera scena con un cospicuo numero di fotogrammi e ottenere foto veramente gigantesche.

Normalmente, questo tipo di ripresa viene effettuata da un punto panoramico da cui la scena da fotografare si sviluppa in lontananza. Di conseguenza, non saranno presenti elementi in primo piano. Per questo motivo, non sarà necessario che la rotazione della fotocamera avvenga in coincidenza dell'asse nodale.

Inoltre, considerando i lunghi tempi necessari per completare l'intera procedura, si consiglia di utilizzare questo metodo in condizioni di luce abbastanza costanti e non in situazioni in cui vi sono variazioni continue di luce, come ad esempio all'alba o al tramonto.

Si sottolinea che durante l'applicazione del decentramento indiretto, ossia quando incliniamo la base della fotocamera e riportiamo le due standarte in posizione perpendicolare al terreno, la distanza tra queste inevitabilmente si riduce.

Di conseguenza, l'immagine non sarà più a fuoco e saremo costretti a rimontare il vetro smerigliato al posto del dorso digitale per mettere a fuoco nuovamente la scena. Questo fa capire come purtroppo non sia possibile eseguire l'intera procedura in tempi brevi.

Per gli appassionati dei numeri, ricordo che la variazione della distanza tra le due standarte, a seguito del decentramento, è direttamente proporzionale all'angolo di inclinazione e alla distanza iniziale X, secondo la seguente relazione:
X’=X*Cos α
Dove X’ rappresenta la nuova distanza e α rappresenta l’angolo di inclinazione.

Per quanto riguarda l’inclinazione del decentramento indiretto, questa può essere scelta in base all’inquadratura e può differire tra il movimento verso l’alto e quello verso il basso. Ciò ci permetterà di ottenere foto con l’altezza desiderata, poiché saremo noi a decidere durante la ripresa di quanto inclinare la base del Banco Ottico.

Al decentramento indiretto è possibile aggiungere anche un decentramento verticale del dorso, se il cerchio di copertura dell’ottica lo consente. Comunque e sempre consigliabile evitare di utilizzare le zone troppo periferiche del cerchio di copertura, ma rimanere piuttosto centrali, dove la qualità e sicuramente migliore.

Photo Stitching con decentramento indiretto

Considerazioni e suggerimenti pratici

 

La messa a fuoco

La prima considerazione riguarda la lunghezza focale: come suggerito in precedenza, l'uso di una lente con un ridotto angolo di campo, ossia un medio tele, se da un lato ci garantirà l'ottenimento di un file molto grande, dall'altro sarà necessario porre particolare attenzione alla messa a fuoco, poiché a differenza di una lente grandangolare la profondità di campo è sicuramente inferiore.

Una seconda considerazione riguarda il fatto che tramite la rotazione della fotocamera, necessaria per lo Stitching, si copre un'ampia area di scatto, di conseguenza si potrebbe verificare che mettendo a fuoco una particolare zona, successivamente, alla rotazione della fotocamera, questa non risulterà corretta per tutte le altre zone.

Onde evitare che questo accada, si consiglia, nel momento in cui si effettua la messa a fuoco, di verificarla su tutta la zona, effettuando un accurato controllo mediante loupe sul vetro smerigliato, ruotando la camera nello stesso modo in cui faremo al momento dello scatto.

Analizzare la scena

È buona norma che il fotografo, una volta stabilito il punto di ripresa, analizzi la geometria dei piani che compongono la scena per capire il loro posizionamento rispetto al punto di ripresa e rispetto alla rotazione che dovrà essere effettuata per procedere con la tecnica dello Stitching.

Soprattutto nel caso in cui si volesse procedere con la seconda modalità descritta bisogna considerare bene eventuali elementi in posizioni intermedia o comunque in zone la cui distanza non può essere considerata vicino all'infinito.

In questo caso, si potrebbe decidere di non aver perfettamente a fuoco tali zone relativamente vicine, in considerazione del fatto che risultano di secondaria importanza rispetto agli elementi dominanti della scena, oppure decidere di applicare un basculaggio in avanti dell'ottica applicando la regola di Scheimpflug verificandone se alla rotazione, le impostazioni scelte sul banco ottico, continuano a dare il risultato voluto.

A proposito di basculaggi, ricordo che proprio in virtù del fatto che lo Stitching prevede la rotazione della fotocamera, non sarà possibile applicare basculaggi orizzontali alla lente o al dorso per ottenere la messa a fuoco su eventuali piani in diagonale.

Ciò fa comprendere come, in questa pratica, la scelta del punto di ripresa non è affatto banale e deve riuscire a soddisfare tutta una serie di condizioni per le quali sarà possibile fare il tipo di Stitching desiderato.

Analisi scena

La situazione tipica è quella di posizionarsi su un punto alto da dove la scena da fotografare si sviluppi su piani sufficientemente lontani da considerarli tutti ad una distanza prossima all'infinito, e non avere elementi in primo piano. In tutte le altre situazioni bisognerà valutare cosa fare, quali zone privilegiare rispetto ad altre per la messa a fuoco, oppure provare con eventuali manovre di basculaggio basate sulla propria esperienza, o addirittura utilizzare il Focus Stacking in post produzione facendo, ovviamente, le serie di scatti in più necessarie.

In ogni caso, ricorrere ai metodi della fotografia tradizionale, come chiudere maggiormente il diaframma per ottenere una più ampia profondità di campo, non sarà una soluzione ottimale, perché questa metodologia andrà bene solamente se le foto non verranno utilizzate al massimo ingrandimento o quasi, e quindi non saremo più nel mondo del Grande Formato.

Accessori consigliati

 

Al fine di ottimizzare la complessità delle procedure descritte e ridurre i tempi, suggerisco l'utilizzo di alcuni accessori che trovo molto utili.

La testa panoramica Leofoto DH-55 ci verrà in aiuto per semplificare l'operazione di rotazione, garantendo un'adeguata sovrapposizione dei fotogrammi senza la necessità di controllare sulla scala graduata di quanti gradi abbiamo ruotato la fotocamera ad ogni scatto. Questo accessorio ci permette di prefissare l'angolo di rotazione tramite una vite.

Per esempio, scegliendo di avvitare la vite nella posizione 24°/15stops, ogni volta che ruotiamo la fotocamera avvertiremo un "click" che indica il punto esatto di arresto dopo una rotazione di 24°.

Per quanto riguarda l'otturatore, consiglio l’utilizzo di un Prontor 01 Professional, che, a differenza del classico Copal-0, è auto-armante, evitandoci di dover riarmare l’otturatore ad ogni scatto ottimizzando così i tempi dell'intera procedura.

Conclusioni

 

In definitiva, il Photo Stitching rappresenta la via principale per creare immagini in Grande Formato nel panorama attuale, considerando l'ormai consolidato declino della produzione di pellicola fotografica, specialmente nei formati piani.

Di conseguenza, la pratica dello Stitching fotografico è diventata sempre più diffusa, realizzabile con i più comuni software e con qualunque fotocamera.

Diversamente, nell'ambito meno noto delle fotocamere a corpi mobili questa pratica risulta meno comune e spesso si limita a pochi scatti attraverso il decentramento del dorso digitale all'interno del cerchio di copertura dell'ottica.

Quanto ho descritto e presentato in questo articolo, a mio avviso, rappresenta un progresso significativo rispetto a questa pratica. Si configura come un'evoluzione del Photo Stitching, in cui le tecniche proprie del banco ottico si combinano armoniosamente con il processo di Stitching, permettendo di ottenere immagini di diversi Gigapixel con una qualità nettamente superiore e, soprattutto, senza alcuna forma di distorsione.

Chiunque decida di cimentarsi in questa strada dovrà armarsi di pazienza e dedicarsi alla pratica per ottimizzare il processo in base all'attrezzatura e alle esigenze personali.

Spero che questo articolo possa guidare ed assistere gli appassionati di Fotografia in Grande Formato, come me, nel perfezionare le loro competenze e raffinare le tecniche al fine di realizzare foto sempre più straordinarie, ma soprattutto con dimensioni sempre più imponenti.

Elenco delle attrezzature utilizzate per questo studio:

 
  • Banco Ottico Cambo Actus-DB2 corredato del Kit AC-373, che permette il decentramento indiretto sfruttando il pre-posizionamento dell'inclinazione sui valori predefiniti di±5, 10 e 15 gradi, sia della base che delle due standarte.
  • Dorso Digitale PhaseOne IQ 260 da 60MP con sensore CCD da 53,9X40mm
  • Ottica Rodenstock HR Digaron-W 70mm con un angolo di 70° e cerchio di copertura di 100mm (utilizzato per la prima modalità)
  • Ottica Schneider Apo Digitar T 180mm, con un angolo di 37° e cerchio di copertura di 120mm, montato su una prolunga di circa 40mm, per poter raggiungere il tiraggio necessario di 177,2mm per la messa a fuoco all'infinito. (utilizzato per la seconda modalità)

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