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Lo status symbol
dei Megapixel

Oggi si fa a gara a chi ha più Megapixel, come se questo fosse l’unico parametro per determinare la qualità di una foto.

Un numero sempre più grande di pixel significa inevitabilmente diminuirne la dimensione ed aumentarne la densità, ma questo non è sempre un vantaggio!

La qualità dell’immagine sarà il risultato di tante varianti e non solamente del numero di pixel di cui è composto il sensore. In base alla mia esperienza posso affermare che la qualità migliore si ottiene con il giusto mix tra lente e sensore: praticamente intendo dire che è controproducente usare una lente nata per la pellicola su un dorso digitale ad altissima risoluzione, come è anche vero il contrario, cioè usare una super lente digitale ad alto potere risolvente con un datato sensore con pixel da 9 micron.

Anche la scelta del diaframma è responsabile della qualità finale per effetto del fenomeno della diffrazione dovuto al passaggio della luce attraverso il piccolo foro del diaframma. Un diaframma troppo chiuso aumenterà la misura del diametro del Disco di Airy che se risultasse di dimensioni maggiori del doppio della misura del singolo pixel porterebbe al decadimento della nitidezza.

Quindi un sensore ad alta definizione, costituito da pixel molto piccoli, non è sempre garanzia di alta qualità, in quanto se non usato correttamente può portare alla perdita di nitidezza della nostra immagine.

Insomma ottenere il massimo in termini di qualità e nitidezza non è facile e non è attribuibile semplicemente al numero dei Megapixel del sensore.

Pierluigi De Giuli | Landscape Photographer

Approfondimento: Lenti digitali

Come ho detto, se il dorso digitale ha l'importante compito di acquisire con estrema accuratezza tutti i "Megapixel" dell'immagine, alla “Super Lente Digitale” - definirei così questo componente fondamentale della fotocamera - è deputato il compito più difficile, ossia quello di trasferire l'immagine verso il sensore con la risoluzione più alta possibile, che è la condizione essenziale per ottenere la foto nitida, non impastata, dai particolari ben leggibili. Infatti anche il più costoso dei dorsi digitali, se accoppiato ad una lente non in grado di trasmettere un'informazione così tanto accurata, non potrà in nessun modo restituire una foto nitida e perfetta.
Ma siamo veramente sicuri che la “lente” riesca a proiettare sul supporto di acquisizione un'immagine ad alta risoluzione che sia all'altezza del sofisticato sensore? Ad oggi sono stati fatti passi da gigante sulla qualità dei vetri usati nella costruzione di ottiche, tanto che le lenti di ultima generazione, create appositamente per il mondo del digitale, vantano, almeno da ciò che dichiarano i costruttori, un potere risolvente fino a 100 coppie di linee per millimetro (100lp/mm) - questo importante dato significa che in un millimetro dell'immagine proiettata dalla lente verso il sensore si riescono a distinguere con chiarezza 200 linee, 100 nere e 100 bianche alternate, dello spessore di 0,005 millimetri ossia da 5 µm.
Di conseguenza, in un millimetro quadrato ci saranno 200 linee verticali e 200 orizzontali che definiranno un reticolo di 40.000 quadretti di dimensione, appunto, di 5 µm per lato, il che vuol dire che una lente dichiarata per risolvere 100 lp/mm dovrà essere in grado di proiettare un'immagine con una risoluzione di 40.000 punti da 5X5 µm per millimetro quadrato.
Pertanto, supponendo di avere un sensore con pixel da 6 µm, il rapporto tra risoluzione trasmessa e quella registrata è circa pari a uno: ogni singolo dato trasmesso verrà registrato sulla matrice del sensore da un singolo pixel, garantendo quindi che la foto sarà formata solamente da pixel che avranno registrato un'informazione significativa. Per estremizzare, immaginiamo invece di avere un sensore più sofisticato ed avanzato con una matrice di pixel ancora più piccoli ossia da 2,5 µm (ancora non esistono in commercio, ma se continuiamo così ci arriveremo presto!): cosa accadrebbe?
In teoria la singola informazione con dimensioni 5X5 µm proiettata dalla lente non colpirà un solo pixel del sensore ma ben 4 pixel che registreranno tutti la medesima informazione. Il risultato è che se anche l'immagine finale avrà un peso totale di milioni di pixel pari alla risoluzione del nostro dorso digitale, teoricamente la risoluzione reale sarà pari ad un quarto di questa; mi aspetterei pertanto che, analizzando l'immagine al 100% della sua grandezza, la stessa non avrà dettagli e nitidezza così eccellenti come ci si sarebbe aspettato, poiché molti pixel saranno semplicemente cloni di quelli adiacenti e non daranno un valore aggiunto al dettaglio finale, ma al contrario renderanno l'immagine meno nitida e più impastata.
Al momento, la misura dei pixel sui sensori più performanti è di 3,6 µm, forse un valore ancora accettabile per lavorare con le “Super Lenti Digitali” da 100 lp/mm. Purtroppo i costi elevati dei sensori non mi permettono di verificare nella pratica le teorie esposte, ma rimane il legittimo dubbio che i "fantastici" numeri dei Megapixel, sempre più in crescita nelle fotocamere più prestigiose, siano solamente una manovra commerciale per attrarre maggiori acquirenti e non una assoluta garanzia di qualità.

 

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